Le donne cinesi tra letteratura e storia

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Le donne nella Cina tradizionale

La condizione della donna in Cina ebbe un rapido declino con il confucianesimo, periodo nel quale l’autorità del padre si rinforzò ulteriormente. La donna iniziò ad essere considerata come merce che era possibile acquistare o vendere. La sua nascita era considerata di malaugurio, i padri pregavano per figli maschi e una delle peggiori umiliazioni per una madre era di non possederne. L’uccisione delle femmine era praticata quando il loro numero superava quello del bisogno, in modo particolare se la famiglia si trovava in difficoltà.

Le donne erano private di tutti i diritti economici e sociali, non ricevevano nessuna istruzione e si dedicavano solo ai lavori domestici. Vivevano nello spazio della casa a loro riservate e raramente si mescolavano agli uomini e quando si sposavano, andavano subito ad abitare dal marito e ne assumevano il cognome. Il loro dovere, da quel momento, consisteva nel servire i propri suoceri senza riserve, come prima era richiesto facessero per i genitori.

 

 

Le donne nella letteratura

Durante la dinastia Han, furono scritti due testi principali riguardanti l’educazione delle donne.

 

Vite di donne

Vite di donne (列女傳, Liènǚ Zhuàn) è un libro scritto da Liu Xiang, contenente 125 storie biografiche di donne esemplari della Cina tradizionale. Il testo era considerato una raccolta standard del confuciasimo che riguardava l’educazione morale della donna e che ne codificava il ruolo.

L’opera è divisa in 7 libri, dei quali i primi sei sono dedicati a delle donne che si sono distinte per i loro ottimi comportamenti, mentre il settimo è dedicato a donne perverse che costituiscono modelli da evitare.

Lezioni di donne

Lezioni di donne (女誡, Nǚjiè) è un libro scritto dall’intellettuale Ban Zhao che descrive le virtù che dovrebbe seguire una donna. Il libro venne insegnato alle giovani fanciulle per far capire che alla donna spetta un ruolo marginale in una società comandata dagli uomini. In particolar modo la donna doveva seguire e servire il padre fino alla sua morte, poi suo marito e, infine, suo figlio.

L’intento di Zhao era però un altro: i suoi volevano essere consigli alle giovani fanciulle per “sopravvivere” nella casa del marito dove spesso, soprattutto se prese come concubine secondarie, erano trattate alla stregua di schiave.

 

 

«鄙人愚暗,受性不敏,蒙先君之餘寵,賴母師之典訓。
年十有四,執箕箒於曹氏,于今四十餘載矣。
戰戰兢兢,常懼黜辱,以增父母之羞,以益中外之累。
夙夜劬心,勤不告勞,而今而後,乃知免耳。 […] 閒作《女誡》七章,願諸女各寫一通,庶有補益,裨助汝身。»

 

«Io, l’indegna autrice, sono rozza, ottusa e di natura poco intelligente, tuttavia ho avuto la duplice fortuna di aver goduto del non piccolo favore del mio letterato Padre e di aver avuto una Madre acculturata capace di darmi un’educazione sulla letteratura e sulle buone maniere. Più di quarant’anni sono passati da quando quattordicenne presi in mano lo straccio e la scopa della casa dei Cao. Durante tutto quel tempo temevo, col cuore tremante, di poter far ricadere la vergogna sui miei genitori [se mio marito avesse chiesto il divorzio] e di poter moltiplicare le difficoltà degli uomini e delle donne della casa di mio marito. Giorno e notte mi tormentavo, lavorando senza sosta senza confessare la mia stanchezza. Tuttavia, ora e sempre, so come fuggire da questa paura.[…] Nelle ore di tranquillità ho scritto questo manuale sotto il nome di “Istruzioni per le donne”, perché da esso possiate trovare una qualche utilità alla vostra persona.»

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Studentessa di comunicazione interculturale studio il mondo cinese, dalla cultura alla scrittura. Affascinata da un mondo così lontano cerco di scoprirne tutti i segreti e di metterlo a confronto con il nostro. Lettrice compulsiva e curiosa di tutto ciò che ci circonda sono sempre alla ricerca di nuove storie, che poi posso raccontare qui.

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