Essere orfani nella letteratura per l’infanzia: Una serie di sfortunati eventi

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Essere orfani nella letteratura per l’infanzia

La letteratura per l’infanzia parla spesso di orfani, dai tempi delle fiabe popolari agli odierni romanzi venduti su scala mondiale. Perché questa figura ha suscitato così tanto interesse? Potremmo pensare al segreto desiderio di fuggire i confini della vita familiare, alla speranza di scoprire un destino nascosto, un potere speciale, fantasia che da piccoli tutti, prima o poi, abbiamo nutrito. Un orfano è un bambino che ha subito una perdita, in qualche modo parte svantaggiato rispetto agli altri, è diverso, prova la solitudine dell’abbandono. Il cammino della crescita per lui è complesso e pieno di pericoli. Nella vita reale però, queste emozioni non appartengono soltanto agli orfani. In un personaggio così può rispecchiarsi ogni bambino: chi non si è mai sentito tradito o abbandonato? Questi giovani protagonisti hanno più forza di quanto potremmo aspettarci: dimostrano che anche nel momento più disperato è possibile trovare la volontà di rialzarsi e andare avanti, soprattutto grazie all’appoggio di una persona amica. Le varie situazioni che si susseguono nei romanzi rispecchiano le prove che incontriamo nella vita reale: uno specchio nel quale riconoscersi e dal quale prendere spunto per trovare un po’ di fiducia in più. Un buon libro diverte, stimola il pensiero e il lettore rintraccia nelle sue parole alcuni pezzetti di sé.

Lemony Snicket: una serie di sfortunati eventi

Lemony Snicket è lo pseudonimo di Daniel Handler, autore americano che mai avrebbe pensato di scrivere racconti interessanti per i bambini. Fin da piccolo ha amato le storie, lette fino a tarda notte nascondendo la torcia sotto le coperte: quelle storie dal sapore amaro, dove il finale è imprevedibile, i personaggi un po’ misteriosi, la morale assurda o fuori dagli schemi. Seguendo questa sua passione ha creato “Una serie di sfortunati eventi” (recentemente trasformata in serie su Netflix): narra le tristi avventure degli orfani Baudelaire, Klaus, Sunny e Violet, i quali dopo aver perduto i genitori in un incendio doloso, vengono affidati a un tutore dopo l’altro. Nessuno riesce a prendersi cura di loro, a causa del perfido Conte Olaf: egli vuole impossessarsi del patrimonio ricevuto dai ragazzi in eredità, e per raggiungere il suo obiettivo mette in atto crimini tremendi e omicidi. Gli orfani riescono a sfuggirgli ogni volta, grazie alle loro forze ed alla loro grande voglia di proteggersi l’un l’altro da un mondo che sembra promettere solo pericoli. Questi libri trattano tematiche vicine all’esperienza personale di ogni bambino in modo divertente, dissacrante e rispettoso al tempo stesso. Incitano apertamente alla lettura e sostengono la grande importanza di pensare con la propria testa, un valore purtroppo spesso dimenticato.

“Qui il mondo è tranquillo”

“Qui il mondo è tranquillo” è la scritta che Violet e Klaus trovano impressa all’ingresso della biblioteca di uno dei pochi luoghi nei quali possono dipanare parte della matassa arruffata di segreti che oscurano la loro storia. Le biblioteche, i libri e la lettura sono coprotagonisti della saga: accompagnano i tre ragazzi nelle loro avventure, li orientano nello scegliere la strada da seguire. Essere un lettore è un segno distintivo, una prova quasi del tutto attendibile di essere è una persona onesta e di nobili intenti. Il messaggio che Snicket vuole comunicare è chiaro: leggere ci rende persone migliori, aiuta a prestare attenzione alla moltitudine di sfaccettature della realtà, ci trasforma in attenti ricercatori. La lettura potrebbe cambiare il mondo: la serie di sfortunati eventi è un inno alla letteratura di ogni tipo e di ogni epoca. Innumerevoli citazioni sono disseminate nel testo; una sorta di meta letteratura: libri che parlano di libri, invogliano a leggere, a tenersi informati, curiosi di conoscere e scoprire cose nuove. Un libro non può mai essere inutile. La biblioteca per i Baudelaire è un’ancora di salvezza: un posto sicuro dove trovare riparo in un mondo insicuro.

Che cosa è bene e che cosa è male? Lemony Snicket non lo sa.

Gli episodi della serie non danno risposte sicure. Gli adulti sono volubili, i Baudelaire non possono far affidamento su nessuno: ciò che era malvagio può essere adesso convertito in buono, e colui che era dalla parte del bene può aver cambiato rotta. Questa grande instabilità non permette ai ragazzi di trovare un equilibrio, non ci sono strade sicure da prendere o comportamenti giusti da adottare. Durante il loro percorso perdono la propria infanzia diventando, loro malgrado, piccoli adulti. Crescono forgiati dall’esperienza delle difficoltà, senza l’aiuto della magia o del soprannaturale, ma soltanto confidando nelle loro forze e nelle buone letture. La storia degli orfani Baudelaire non finisce bene nel senso classico del termine: ha un finale aperto. I ragazzi rimangono per un periodo a riposare dopo le loro terribili avventure, ma infine decidono di ritornare a immergersi nel mondo. Né noi, né lo stesso autore sappiamo cosa succederà dopo. La storia non ha un lieto fine e non ne ha uno negativo. Semplicemente, continua. Snicket non possiede sicurezze o conclusioni consolanti, dopo una saga che mette in guardia dalla malvagità del mondo; ma assicura che c’è comunque un dopo del quale non sappiamo niente. E non è poco.

“Siete pronte?” domandò alla fine Klaus.
“No” rispose Sunny.
“Neanch’io” disse Violet, “ma se aspettiamo di essere pronti aspetteremo tutta la vita. Andiamo”.

BIBLIOGRAFIA
Una serie di sfortunati eventi, Lemony Snicket (Daniel Handler)
1. Un infausto inizio, Milano, Salani, 2000
2. La stanza delle serpi, Milano, Salani, 2000
3. La funesta finestra, Milano, Salani, 2001
4. La sinistra segheria, Milano, Salani, 2002
5. L’atroce accademia, Milano, Salani, 2002
6. L’ascensore ansiogeno, Milano, Salani, 2002
7. Il vile villaggio, Milano, Salani, 2003
8. L’ostile ospedale, Milano,Salani, 2004
9. Il carosello carnivoro, Milano, Salani, 2005
10. La scivolosa scarpata, Milano, Salani, 2006
11. L’atro antro, Milano, Salani, 2006
12. Il penultimo pericolo, Milano, Salani, 2007
13. La fine, Milano, Salani, 2008
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Insegnante e Pedagogista

Io sono una collezionista di storie. Sono cresciuta fra tazze di latte e tazze di tè, in una casa un po’ cupa che ospitava tre generazioni di donne e tanti gatti. Un giardino intricato di piante e avventure immaginate è stato il mio più grande compagno di giochi. La magia più grande: ascoltare storie narrate, inventarne a mia volta. Le più belle sono quelle dell’infanzia: il mio nome è stato tratto da una fiaba, per cui ne porto orgogliosa un’eredità che profuma di carta invecchiata. Di tutto questo ho fatto la mia storia: mi sono laureata per diventare maestra con una tesi sulla letteratura per l’infanzia, ho pubblicato tre e-book per bambini, mi sono specializzata con percorsi dedicati alla lettura e mi dedico alla sua promozione. Racconti fantastici, ma non da meno sono quelli reali: sono appassionata anche dal mistero intrinseco nella persona. Per questo i miei studi sono proseguiti dando spazio anche all'introspezione psicologica ed ho acquisito il titolo di Pedagogista Clinico. Maestra, mamma, lettrice.

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