Dalla stessa autrice di “Papà Gambalunga”, un giallo che pochi conoscono: “Il mistero di Four-Pools”

pubblicato in: Cultura, Editoria, Letteratura 0

Dal 10 marzo 2022 nella collana dei Classici Ritrovati (Caravaggio Editore) è disponibile Il mistero di Four-Pools, la prima traduzione italiana integrale e annotata del quarto romanzo (pubblicato in forma anonima nel 1908) di Jean Webster. L’autrice, conosciuta prevalentemente per Papà Gambalunga e Caro Nemico, non ha scritto unicamente school story – ossia testi che riguardano il mondo della scuola e del college –, ma si è cimentata anche in altri generi, fra i quali quello della detective fiction. Pochissime donne si erano imposte in questa tipologia di testi, e Jean Webster ha provato a farlo con una mystery fiction, sottogenere del giallo che presenta la risoluzione del caso solo a fine romanzo. Richiamando Arthur Conan Doyle, soprattutto nell’analisi e misurazione delle impronte dei piedi1Jack Tracy,  The Encyclopedia Sherlockiana, Doubleday, New York,, 1977, p. 128. (già presente anche in Honoré de Balzac), è riuscita a orchestrare una trama coinvolgente e corale, in cui emerge la figura di Terry Patten (reporter del «Post-Dispatch»), un detective tanto carismatico da guadagnarsi il paragone con Sherlock Holmes sul numero del 2 maggio 1908 del «New York Times».2The Four-Pools Mystery. Introducing “A New Sherlock Holmes”, in «The New York Times» (2 maggio 1908), p. 22. Il tocco speciale e riconoscibile di Webster sta, naturalmente, nell’utilizzo della consueta ironia e nella particolare attenzione alle varianti linguistiche non-standard.

Ambientato principalmente nella Shenandoah Valley, nella Virginia dell’Ovest, Il mistero di Four-Pools presenta un intreccio che tiene con il fiato sospeso fino alla fine, grazie alla tensione scaturita dagli strani eventi che turbano la quiete familiare dei Gaylord, proprietari della piantagione che dà il titolo al romanzo e della casa colonica postavi al centro. Se la presenza dei fantasmi può essere considerata una mera superstizione dei servitori che abitano quei luoghi – afroamericani che dopo la Guerra Civile sono rimasti a lavorare presso le piantagioni dei loro padroni – lo svaligiamento della cassaforte di famiglia desta sospetti più profondi e dà l᾽avvio a qualche indagine. Sarà poi un improvviso omicidio, avvenuto nelle Caverne di Luray, a dare il taglio investigativo e processuale al romanzo, che si concluderà con il consueto lieto fine. Non può mancare di certo la storia d’amore, per mezzo della quale Webster riesce ad affrontare en passant anche la tematica del femminismo e della parità dei sessi.

Caverne di Luray

La narrazione è disseminata di passi ironici – rafforzati dall’uso di maiuscole, termini impropri e giochi di parole – che attenuano gli eventi drammatici; è Terry Patten il personaggio che dà una maggiore nota ironica alle indagini: mettendo insieme gli indizi e inducendo lo svolgimento dei fatti, Patten è l’unico che riesce a sbrogliare la matassa, a consentire il lieto fine e a fornire quel messaggio umanitario a cui Webster voleva giungere.

Per l’autrice, infatti, Il mistero di Four-Pools è un espediente per poter richiamare l’attenzione del lettore su una pratica meschina, ovvero la discriminazione nei confronti degli afroamericani, tema molto caro alla nonna che in passato aveva lottato per i loro diritti. Infatti, nonostante l’approvazione dell’XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America alla fine della Guerra di Secessione nel 1865, che proclamava l’emancipazione degli schiavi, gli afroamericani hanno continuato a subire abusi e ingiustizie da parte dell’élite bianca, a causa delle leggi Jim Crow che hanno mantenuto viva la segregazione razziale fino al 1964. Jean Webster cerca di ricreare quell’atmosfera che aveva visto con i suoi occhi durante le vacanze presso la tenuta dei parenti in Virginia3A. and M. Simpson with R. Connor, Jean Webster: Storyteller, Tymor Associates, Poughkeepsie, 1984, p. 125. attraverso l’uso di immagini e parole che rispecchiassero il periodo storico. Per tal motivo le descrizioni denigratorie dei servitori vanno integrate nel contesto in cui il romanzo è ambientato, e non considerate l’espressione di un sentimento razziale da parte dell’autrice.

Accanto alle tematiche sociali e agli elementi storici inseriti nel romanzo, Jean Webster dimostra anche una particolare attenzione verso le sfumature linguistiche dei gruppi e delle stratificazioni sociali: in questo caso, si tratta dell’Appalachian English, la variante linguistica parlata nella zona degli Appalachi (e quindi anche nella Virginia dell’Ovest), e l’African American Vernacular English, ossia la lingua afroamericana. In entrambi i casi, la scrittrice adopera una strategia di scrittura definita eye dialect, riproducendo in forma scritta le peculiarità della lingua orale. In traduzione, in seguito a un attento studio, si è cercato di mantenere la caratterizzazione della voce di ogni personaggio, abbassando (ove possibile) il registro e utilizzando un linguaggio più colloquiale.

L’edizione Caravaggio de Il mistero di Four-Pools consente una lettura integrale dell’opera con brevi approfondimenti storici, linguistici e culturali.

Riferimenti bibliografici:

  • Jack Tracy,  The Encyclopedia Sherlockiana, Doubleday, New York,, 1977, p. 128.
  • The Four-Pools Mystery. Introducing “A New Sherlock Holmes”, in «The New York Times» (2 maggio 1908), p. 22.
  •  A. and M. Simpson with R. Connor, Jean Webster: Storyteller, Tymor Associates, Poughkeepsie, 1984, p. 125.

 

A cura di Miriam Chiaromonte

 

Per saperne di più:

Il mistero di Four-Pools

Webster Pack

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.