Salone internazionale del Libro di Torino 2019. Perché NO?

pubblicato in: Dietro le quinte, Eventi 0

Domani prende il via la Trentaduesima edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino. Noi ci saremo solo indirettamente, grazie all’incontro che vedrà protagonista Elia Bonci, autore del libro Diphylleia. Solo l’Amore può distruggere l’omofobia presso lo Stand della Rivista Leggere:Tutti (Padiglione 3 – N113) proprio domani 9 Maggio alle ore 17:00.

E quindi NO, non saremo presenti come espositori, a differenza di quanto avvenuto un paio di anni fa, alla trentesima edizione.

Perché NO?

Senza stare a snocciolare le, pur importantissime, motivazioni economiche e logistiche (ricordiamolo: siamo una piccola casa editrice abruzzese), vorrei raccontarvi una storia.

L’anno scorso, alla trentunesima edizione, diversi piccoli editori hanno subito un trattamento davvero indegno: alcuni, con stand standard (non Incubatore) prenotato con largo anticipo, si sono visti sbattuti fuori quasi all’ultimo momento, senza una valida motivazione (o meglio, la motivazione c’era ma non era valida). Per salvare il salvabile sono stati poi reintrodotti ma FUORI dai 3 Padiglioni… Praticamente in un improbabile Padiglione 4, un tendone allestito una settimana prima, contenente 30 editori. Un Padiglione dei poveri insomma (che però, ricordiamolo, avevano pagato come tutti gli altri), uno spazio invisibile ai più.

E dentro chi c’era? Anche espositori, molti, che nulla avevano a che vedere con i libri (ma evidentemente erano più importanti di quei piccoli editori).

Cito direttamente un articolo di bookblister.com che ne parla nel dettaglio (fonte):

Il padiglione 4 io l’ho ribattezzato il padiglione del disagio del Salone di Torino. Una specie di “spazio-castigo”  fuori dal Lingotto, arrangiato all’ultimo momento in cui sono stati confinati 30 editori. Non ne sapete nulla? Perché era pressoché invisibile. […]

Come mai questa novità? Per un “problemino di overbooking”. Pare che alcuni editori si siano allargati e, a dieci giorni dall’inizio della manifestazione, gli organizzatori si siano accorti che non c’era spazio sufficiente per tutti gli stand.

Così hanno deciso di rimediare con una tensostruttura di 1500 metri quadrati fuori dal padiglione 3.

Risultato. Un tendone che dava l’idea di un “mercatino” fuori dall’evento vero e proprio o di un’area di ristoro.

Per dare un po’ di ufficialità alla zona ci hanno messo il Caffè Letterario. Ma non è bastato. Pochissimi i visitatori, scarse le vendite. Gli editori hanno calcolato un’affluenza del 20% rispetto agli ingressi totali. Una inezia insomma.

Quando il malcontento è cominciato a serpeggiare sono comparsi dei totem per segnalare meglio la presenza del padiglione 4 e sui social sono apparsi anche dei post sponsorizzati.

Oltre il danno, però, c’è stata la beffa. Girava infatti voce che i 30 editori si trovassero lì a causa di un loro ritardo. Falso. La richiesta di partecipazione è stata fatta nei tempi e questi editori hanno pagato gli stand tanto quanto gli altri, quelli dentro al Salone di Torino.

L’esperienza INCUBATORE

Non dimentichiamo poi l’esperienza Incubatore. Quando partecipammo noi tutto sommato andò bene… Dico “tutto sommato” poiché i mini stand erano ben fatti, aperti non solo frontalmente ma anche lateralmente (per 1 metro di prodondità). Eravamo, inoltre, nel Padiglione centrale (il 2), proprio di fronte l’entrata di una grande Sala dedicata agli eventi… Senza contare le file di persone che ci hanno scoperti per caso andando al bagno (sì i bagni erano proprio attigui allo spazio Incubatore). Insomma non era poi così male.

L’anno scorso, invece, nonostante l’identica posizione, gli stand sono stati chiusi completamente, lasciando l’apertura solo frontale e limitando così la visibilità. La sala di lettura aveva inoltre un diverso ingresso, penalizzando l’affluenza in quella zona… Solo i bagni sono restati gli unici amici fedeli dei piccolissimi editori. Non a caso, chi ha partecipato ha notato una netta differenza tra le vendite del 2017 e quelle del 2018.

E quindi?

Il sogno, devo dire la verità, rimane ancora… Ci piacerebbe tornare al Salone, magari nella speranza di un trattamento più rispettoso. Inoltre le vostre richieste, il vostro desiderio di incontrarci e la delusione nel sapere che non ci saremo con uno stand ci ha fatto male al cuore, sul serio.

Non sarà semplice, ma cercheremo una soluzione. Nel frattempo, però, potete fare qualcosa anche voi per noi: continuate a seguirci, ma soprattutto parlate di noi, acquistate i nostri libri, recensiteli e, se vi piacciono, divulgateli. Non si vive solo di belle intenzioni purtroppo… Capisco che acquistare un libro di un grosso editore sia magari più gratificante, una garanzia insomma (anche se non è sempre detto), tuttavia se ci tenete all’esistenza dei piccoli editori indipendenti e se desiderate che non siano più così piccoli, ma che al contrario crescano, comprate i loro libri. Le chiacchiere stanno a zero: l’unico modo per preservare l’editoria indipendente è questo.

Buon Salone a tutti e… Andate a trovare Elia domani, mi raccomando! 🙂

Segui Michela Pollutri:

Fondatrice della casa editrice Caravaggio

Nel 2007 ho fondato Caravaggio Editore che amministro assieme ad alcuni bravissimi collaboratori. A volte penso di essere stata un po' "incosciente"... altre mi rendo conto che in realtà l'unico nostro vero limite è quello che ci auto infliggiamo, impedendoci di osare e realizzare i nostri sogni.

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